ATTACCO DEL GOVERNO AL PARCO DELLA COSTA TEATINA

Lo scorso 11 settembre il Senato ha approvato la dichiarazione d’urgenza per l’approvazione di un disegno di legge che mira a riformare la Legge Nazionale sulle Aree Protette. L'incompatibilità degli impianti con il territorio non determinerà il divieto all'installazione, ma un pagamento che autorizza ad inquinare.

GOLDEN LADY, ESPOSTO DI RIFONDAZIONE COMUNISTA

Sulla vertenza Golden Lady rimangono poi aperte una serie di questioni poco chiare. Per questo come Rifondazione Comunista ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Vasto, affinché possano essere accertate eventuali responsabilità penali nei fatti riguardanti la vertenza Golden Lady.

DISCARICA DI BUSSI: LE ISTITUZIONI SAPEVANO

Abruzzo. 1972, l’assessore del Comune di Pescara bacchetta la Montedison per l’inquinamento. Lo sconvolgente documento pubblico che prova che l’inquinamento di Bussi era noto da sempre.

Le info sulla TARES che ti occorrono

PRC federazione di Chieti a congresso a Vasto

Si svolgerà a VASTO il congresso provinciale del Partito della Rifondazione Comunista di Chieti, dalle ore 10 di domenica 1 dicembre, presso la sala conferenze degli ex Palazzi Scolastici di Corso Nuova Italia.
L’assemblea congressuale, che vedrà la partecipazione di delegate e delegati dei circoli del territorio, eleggerà i nuovi organismi provinciali ed i delegati al congresso nazionale in programma a Perugia dal 6 all’8 dicembre.
Il congresso sarà anche un importante momento di confronto su temi di carattere nazionale e locale. Per questo sono invitati a partecipare e a intervenire i cittadini, le associazioni, i sindacati, i comitati del territorio ed i partiti, con i quali abbiamo già condiviso molte iniziative e lotte e con i quali sarà necessario elaborare proposte di uscita dalla crisi che assume sempre più un carattere generale.

PARLANDO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA. LUCIO MAGRI.

In vista del congresso nazionale di Rifondazione Comunista in programma a Perugia dal 6 all'8 dicembre, pubblichiamo dal blog di Maurizio Acerbo uno stralcio dalla relazione che Magri tenne ad Arco nel settembre 1990 in apertura del seminario nazionale della mozione che si opponeva alla “svolta” di Occhetto e allo scioglimento del PCI. Il testo integrale lo trovate sulla raccolta di scritti e interventi di Lucio Magri Alla ricerca di un altro comunismo“.
 
Non è comunque il giudizio sul passato il punto principale che decide della possibilità e della utilità del permanere di una forza comunista; ma il giudizio sul presente e sul futuro. Certo la parola comunista ha, nella tradizione del movimento operaio, due significati ben distinti. Per un verso essa stava a indicare la linea di demarcazione stabilita dal leninismo e dalla Rivoluzione d’Ottobre e dunque soprattutto alcuni punti discriminanti: la necessità della rottura rivoluzionaria, il concetto di dittatura proletaria, la statizzazione quasi integrale dei mezzi di produzione, la pianificazione centralizzata, la soppressione del mercato per via amministrativa. In questo senso tale parola risulta tanto logorata dai fatti da non essere oggi difendibile.
Ma per un altro verso essa sta a indicare una idea di società, futura ma non utopica, radicalmente liberata dai tratti essenziali del sistema capitalistico e della società classista e mercantile: critica dell’accumulazione e della crescita quantitativa come unico parametro del progresso; critica del profitto e del mercato come meccanismi assolutamente prevalenti dell’economia e del primato dell’economico su ogni altra dimensione sociale, critica della divisione rigida tra lavoro intellettuale e manuale e della sua parcellizzazione, critica dell’individualismo come condizione per affermare un vero dispiegamento della soggettività individuale, critica dello Stato come macchina separata, della divisione tra governanti e governati, tra «borghese» e «cittadino».
Se noi parliamo di rifondazione comunista è perché siamo convinti che questo secondo significato della parola non solo conservi un valore ideale, ma anzi proprio ora, e solo ora possa cessare di essere, come è stato, politicamente minoritario, teoricamente immaturo, e possa perciò essere assunto come stimolo di una elaborazione rigorosa e di una politica credibile. Nel contempo siamo convinti che ciò non possa avvenire come un «ritorno alle origini», restaurazione di un’ortodossia sempre trascurata.
Marx infatti non solo considerava il comunismo in questo senso come un obiettivo tanto prematuro da non voler e poter formularlo in modo pieno e rigoroso senza diventar un pasticciere dell’avvenire; ma era profondamente persuaso che la rottura rivoluzionaria, temporalmente e concettualmente, si collocava ben prima di quel futuro e sarebbe stata dunque operata da altri protagonisti e per diverse contraddizioni(il blocco delle forze produttive, la polarizzazione semplificata del conflitto capitale-lavoro) ancora tutte interne all’orizzonte della industrializzazione. Le trasformazioni della società attuale, la inattesa complessità del capitalismo maturo, l’unificazione del mondo senza unificazione dei modi concreti di produzione, l’avvio con egemonia capitalistica di una società postindustriale, da un lato danno una maturità nuova a quel concetto di comunismo, ma dall’altro mettono profondamente in crisi la strumentazione analitica che l’accompagnava. Impongono dunque una rifondazione teorica, nuove categorie concettuali, una nuova analisi della realtà.
La parola comunista infatti, comunque rivisitata,  non ha senso se perde la capacità di indicare un «movimento reale» che cambia lo stato di cose esistenti. Se cioè non si può tuttora dimostrare la ragione non solo di un qualsiasi antagonismo rispetto alla società esistente, ma rispetto ai tratti fondamentali di questo modo di produzione; e se non si può intravedere nello sviluppo stesso di questa società non solo ingiustizia e disagio, ma l’emergere di contraddizioni, soggetti, risorse capaci tendenzialmente di trasformarla e superarla.
Anche questo è un lavoro di grande difficoltà e di lungo periodo: perciò al congresso abbiamo parlato, con voluta sobrietà, di «orizzonte comunista», cioè di un tema da tenere aperto, di una prospettiva da non eliminare, non di una prospettiva già adeguata.

ALLENZE ALTERNATIVE AL PATTO DI STABILITA'. PRC VASTO A CONGRESSO



Il Congresso di Circolo di Rifondazione Comunista di Vasto ha confermato segretaria Maria Perrone Capano, all'unanimità. Quello che emerge dal lavoro finora svolto dalla segretaria per la riorganizzazione del circolo, la presenza delle vertenze territoriali e del lavoro trova quindi un nuovo sostegno ed una unanime conferma dall'assemblea del partito cittadino.

Un'assemblea che ha visto la presenza delle forze politiche locali e dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali, oltre che di cittadini non iscritti al partito, che ringraziamo sinceramente per la partecipazione e gli spunti di discussione portati. Tutti gli interventi del dibattito hanno sottolineato la necessità di un processo che sappia concretamente intervenire nelle politiche di austerità e della necessità del rafforzamento di una forza politica di sinistra qual è Rifondazione Comunista.

È emersa dal dibattito la necessità di politiche alternative ai dettati neoliberisti, capaci di rompere il Patto di Stabilità che strangola gli enti locali e quindi i cittadini e perciò la necessità di unire le forze su queste basi.

Alla segretaria Maria Perrone Capano vanno gli auguri di buon lavoro del circolo.


Il Circolo PRC di Vasto
"Sante Petrocelli"








AVANTI, ANCORA INSIEME, RICOMINCIANDO DAL PROSSIMO CONGRESSO

Care compagne e cari compagni,
in questi ultimi anni il circolo PRC di Vasto ha portato avanti un’intensa attività sul territorio, nonostante le difficoltà oggettive tra le quali il circolo ha dovuto muoversi.
Eppure alcuni risultati li abbiamo ottenuti. Certamente non possiamo dire che la nostra città ha cambiato radicalmente il suo volto, e siamo consapevoli delle criticità che possono esserci nella nostra attività politica. Ma sappiamo anche quanto ancora oggi siano importanti i comunisti. Ce lo conferma ogni giorno la nostra attività politica nei luoghi di lavoro, al fianco delle associazioni, con la presenza tra le persone. Con le nostre iniziative abbiamo sostenuto concretamente i lavoratori in lotta, abbiamo fatto informazione senza vincoli di maggioranza, siamo intervenuti contro le minacce per il nostro territorio costituite da progetti dannosi per la salute e l’ambiente.
Ora c’è un appuntamento congressuale, uno dei più importanti tra quelli della storia del PRC, per discutere la linea politica per i prossimi anni e per rinnovare il gruppo dirigente. Insomma, per non fermarci e per continuare le nostre battaglie con rinnovato entusiasmo. Un entusiasmo ed una voglia di cambiamento che hanno bisogno della presenza di ognuno di noi, perché, come ci ha insegnato Enrico Berlinguer, “Ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno.”
Confido perciò nella tua partecipazione al congresso di circolo, che si terrà , sabato 16 novembre alle ore 10 presso la sala conferenza degli ex palazzi scolastici di C.so Nuova Italia.
Un caro saluto.

Maria Perrone Capano, segretaria circolo PRC di Vasto “Sante Petrocelli”


Tutto il materiale congressuale è reperibile dal sito www.rifondazione.it. Copia cartacea dei documenti congressuali nazionali sarà disponibile nel corso del congresso.



CONGRESSO DEL CIRCOLO PRC "SANTE PETROCELLI" DI VASTO
SABATO 16 NOVEMBRE, ORE 10
SALA CONFERENZE EX PALAZZI SCOLASTICI DI CORSO NUOVA ITALIA

- ore 10.00 Apertura congresso, elezione Presidenza
- ore 10.10 Relazione del Segretario
- ore 10.20 Presentazione documenti congressuali
- ore 11.00 Nomina commissioni verifica poteri, politica, elettorale
- ore 11.10 Apertura dibattito
- ore 12.00 Chiusura interventi e relazione commissione Verifica poteri
- ore 12.10 Apertura votazione documenti congressuali nazionali
- ore 12.30 Chiusura votazione documenti congressuali nazionali
- ore 12.40 Relazione commissione politica (Votazione ed eventuale discussione)
- ore 12.50 Votazione documenti finali, emendamenti ed eventuali OdGG
- ore 13.10 Elezione organismi dirigenti, garanzia e delegati al congresso provinciale
- ore 13.30 Chiusura del congresso





INCENERITORI, ANGELO POLLUTRI PER ESSERE CREDIBILE DOVREBBE SMENTIRE SE STESSO



di Carmine Tomeo (Resp. Lavoro PRC Abruzzo)

Alle dichiarazioni di Angelo Pollutri di fare di Cupello una piattaforma per la lavorazione dei rifiuti provenienti dal Centrosud, ci sono state diverse reazioni. Contro la prospettiva annunciata dal sindaco di Cupello sono intervenute con un comunicato congiunto le segretarie del Prc dei circoli di Vasto, Maria Perrone Capano e Cupello, Marilisa Spalatino e l'assessore Prc di Fossacesia, Andrea Natale; Sel, con il segretario provinciale, Alessandro Cianci; associazioni ambientaliste come Nuovo Senso Civico; oltre che il sottoscritto.
Non sorprende registrare che all'appello sia finora mancato un qualche intervento del PD che quantomeno ridimensioni la portata delle dichiarazioni di Pollutri e degli altri esponenti del PD intervenuti al convegno sulla crisi occupazionale in Val Sinello dello scorso 25 ottobre. Insieme a Pollutri, Cesare Damiano e Maria Amato avevano sdoganato anche le attività petrolifere nella nostra regione. Attività contro le quali i cittadini si sono battuti per tutelare un territorio, non accettando di diventare colonia di qualche petroliere.

Alle immediate reazioni di quanti alla salute ed all'ambiente tengono davvero, prospettando modelli di sviluppo alternativi a petrolio e monnezza, fa seguito la perentoria risposta a mezzo stampa di Angelo Pollutri. Il sindacao di Cupello afferma di non aver "mai accennato alla costruzione di inceneritori" nel suo intervento e che quindi il suo "pensiero in merito all’argomento si è evoluto al di là delle considerazioni di chi, per un chilo di consenso non perde occasione per dileggiare, usando toni e considerazioni fuori luogo".
Angelo Pollutri è espressione del PD fautore di un'economia da prima rivoluzione industriale basata sullo sfruttamento del petrolio e sui rifiuti, e ora tenta una difesa dopo il suo intervento del 25 ottobre che davvero risulta essere poco credibile.

Se davvero Pollutri ha cambiato idea sull'incenerimento dei rifiuti, se davvero ora, insieme a noi, finalmente la ritiene una pratica inefficiente dal punto di vista economico ed energetico, oltre che assolutamente dannosa per la salute pubblica e per l'ambiente, smentisca se stesso. Smentisca tutte le sue dichiarazioni sul tema e ritiri le delibere comunali con le quali Cupello si candida ad ospitare un inceneritore di rifiuti.
In caso contrario la giustificazione di Pollutri avrebbe il sapore di un troppo consueto atteggiamento pretenzioso e confermerebbe la sua vocazione per il "zozzo è bello".

MONNEZZA E PETROLIO, IL FUTURO ANTERIORE DEL PD

 
di Carmine Tomeo (Resp. Lavoro PRC Abruzzo)


Lo scorso 25 ottobre il PD ha organizzato un convegno sul lavoro con esponenti locali e nazionali. L'incontro si è svolto a Gissi, in Val Sinello, una delle zone abruzzesi più depresse dal punto di vista industriale e occupazionale. Basti pensare che nel giro di circa due anni hanno chiuso la Golden Lady che ha lasciato a casa quasi 400 lavoratrici e lavoratori, il gruppo Val Sinello (che occupava un centinaio di lavoratori), il gruppo canali minaccia il licenziamento di quasi cento dipendenti. Quando si partecipa ai presidi delle lavoratrici e dei lavoratori in lotta, come abbiamo fatto noi del Prc, si respira disperazione e determinazione allo stesso tempo. E per capire quelle sofferenze non basta organizzare un convegno, bisogna passare del tempo con le lavoratrici ed i lavoratori, condividere il freddo di una serata ventosa o un caffè portato in un termos.

Quando si sta da quella parte della barricata, quella occupata dai lavoratori in lotta, capisci che parole come quelle registrate dagliorgani di informazione al convegno, servono a poco, se non a fare una passerella, come giustamente sottolineato dal Prc. Pratica già di per sé fastidiosa, che diventa odiosa quando viene fatta a pochi mesi dalle elezioni regionali.
Nello stesso tempo, però, il PD, dal locale al nazionale, in quel convegno ha mostrato la sua incapacità a rispondere adeguatamente alla crisi economica. Alla domanda di occupazione, il PD, con Cesare Damiano (presidente commissione lavoro alla Camera), la senatrice Maria Amato ed il sindaco di Cupello Angelo Pollutri, risponde parlando di petrolio e monnezza. E se ti opponi a questa logica, guardando a esperienze virtuose che hanno smesso di fare l'apologia del "zozzo è bello", la tua opposizione viene con disprezzo e ironia etichettata come Nimby (come fa il riconfermato segreterario del PD di Vasto, Antonio Del Casale dal suo profilo facebook).
Fortunatamente molta parte della cittadinanza è più lungimirante di chi pensa che il futuro possa essere nello sfruttamento petrolifero, come gli esponenti del PD che sembrano essere stati catapultati nel 2013 direttamente dalla prima rivoluzione industriale.

Un paio di anni fa, in un articolo pubblicato su Liberazione, commentando le tentazioni di installazione di nuove centrali di produzione energetica, facevo notare che “ciò di cui non si tiene conto è che i dati estratti dal Piano energetico della regione Abruzzo (datato 2009) dicono che «l’entrata in produzione dell’impianto» turbogas da 800 Mw di Gissi (Ch), a poche decine di chilometri dalla riserva di Punta Aderci, avrebbe potuto consentire «di passare da una condizione deficitaria di circa il 30% del fabbisogno energetico nella Regione Abruzzo ad una produzione superiore di circa il 30% al fabbisogno regionale.» Quello che manca è invece l’efficienza energetica.
Sempre stando al piano energetico regionale, si nota che in Abruzzo, per produrre un’unità di ricchezza, si utilizza una quantità di energia superiore alla media nazionale. Il che vuol dire che c’è uno spreco di energia che non giustifica la rincorsa ai consumi energetici con autorizzazioni regionali a nuovi impianti di produzione di energia.
Insomma, il rapporto regionale fotografa un Abruzzo che dovrebbe sprecare meno energia. Obiettivo che di certo non si raggiunge aumentando il numero delle centrali termoelettriche sul territorio.
Lavorare al risparmio energetico, invece, significherebbe anche rispondere alla competizione dei mercati, riducendo i costi aziendali per unità di prodotto senza puntare come al solito alla riduzione del costo del lavoro. Potrebbe significare, partendo da studi sui minori consumi energetici, tentare di migliorare la posizione aziendale nel mercato di riferimento, senza per forza percorrere la spirale recessiva che si alimenta della riduzione del personale e minore potere di acquisto per i lavoratori.”

E' evidentemente che punti di vista diversi determinano prospettive diverse ed incompatibili. E la prospettiva di chi continua a sostenere che "bruciare è bello" e che "sfruttare risorse è meglio", ha lo stesso punto di vista di chi con le risorse di un territorio si arricchisce, lasciando dietro inquinamento e impoverimento, cioè la prospettiva che toccherebbe alla nostra regione seguendo la strada indicata dal PD. Esperienze come Viggiano in Basilicata dovrebbero insegnare. Ma per imparare la lezione di Viggiano occorre abbandonare l'ideologia dello sfruttamento dalla quale il PD non vuole liberarsi.

TAGLIO DEI SUPER-PREMI AI DIRIGENTI. LA PROPOSTA DI ACERBO FA DISCUTERE

Sindacati divisi sui soldi ai dirigenti La Cgil: «Meno male che Acerbo ha chiesto di tagliare i premi»

Dopo la proposta di Acerbo (consigliere regionale di Rifondazione Comunista, n.d.r.) di tagliare i premi ai dirigenti regionali per dare più soldi ai dipendenti è il sindacato dei dirigenti a difendere la categoria. «Il sindacato Direr esprime viva protesta e rifiuta qualsiasi tentativo strumentale volto a creare scontro fra i dirigenti ed il restante personale - afferma in una nota - Le responsabilità pesanti della difficile situazione in atto nella Regione Abruzzo sono tutte da attribuire alle scelte sbagliate poste in atto da questo governo regionale. È mancata a questa amministrazione la necessaria visione strategica e programmatica dell'organizzazione regionale. Si è assistito a scelte legislative effettuate senza una adeguata analisi di fattibilità ( si pensi alla eliminazione delle agenzie regionali - Arssa, Aptr e Abruzzo Lavoro- che ha aumentato i problemi, senza produrre il miglioramento dei servizi e la diminuzione dei costi ). Una rincorsa ossessiva ai tagli all'organico della dirigenza imposti in maniera lineare, indiscriminata e sperequata sul territorio, che ha costretto i direttori a porre in essere uno stressante e permanente processo di riorganizzazioni, parcellizzate, a volte mirate, che sta ipotecando la funzionalità della macchina regionale».

Di diverso avviso la Cgil. «Finalmente la politica regionale batte un colpo sulle gravi inefficienze dell'apparato burocratico regionale e le proteste del personale. Di fronte all'inerzia dell'assessore Carpineta, che per ben tre riunioni ha disertato il tavolo di conciliazione con il Prefetto, i consiglieri regionali sono chiamati ad intervenire sui danni procurati dalle finte riforme della Regione Abruzzo», ha detto Carmine Ranieri, segretario generale della Cgil Fp. «Abbiamo appreso favorevolmente la notizia della presentazione, da parte del Consigliere Maurizio Acerbo, di un progetto di legge che, oltre a prevedere risparmi per la collettività, consentirebbe di sottrarre risorse al fondo dei dirigenti in favore del restante personale, consentendo così di non ridurre drasticamente il salario di produttività dei dipendenti delle categorie più basse». L’interpellanza presentata ieri dal vicepresidente Giovanni D'Amico, interroga Chiodi e Carpineta su come intendono risolvere i problemi del mancato inquadramento funzionale del personale tra le Direzioni, che produce grave inefficienze».

02/11/2013
Il Tempo

A GISSI IL PD (AL GOVERNO) NON DA' SOLUZIONI AI LAVORATORI MA FA PASSERELLA

Il 25 ottobre scorso il Partito Democratico ha tenuto un incontro a Gissi sulla crisi dell’area industriale della Val Sinello. Ci aspettavamo la proposta di soluzioni concrete, di progetti e strumenti per venire incontro alle centinaia di famiglie che stanno subendo i gravissimi costi della chiusura (già avvenuta o vicinissima) di alcune delle industrie della Val Sinello. Come ampiamente riportato dalla stampa locale, abbiamo invece assistito soprattutto allo sdoganamento della petrolizzazione della nostra Regione e alla riproposta di vecchi progetti, mai abbandonati, di gestire a Cupello i rifiuti provenienti da tutto il centro-sud italiano.

Sono passati solo sei mesi dalla oceanica manifestazione di Aprile a Pescara, quando 40.000 persone sono scese in piazza per chiedere di fermare le trivellazioni in Abruzzo (a partire da Ombrina Mare 2). Dopo aver colpito al cuore l’istituendo Parco Nazionale della Costa Teatina, rinviando ancora di sei mesi la definizione della perimetrazione e con una legge filoindustriale, i rappresentanti locali del PD (a partire dall’On. Maria Amato) tornano a parlare di Parco Nazionale della Costa Teatina affermando che è compatibile con le estrazioni petrolifere. Ritenere le trivellazioni un investimento produttivo è una dichiarazione smentita dalla nuda realtà dei fatti e contrasta completamente con la manifestazione di Aprile alla quale il PD aderì. I cittadini e le cittadine chiedono, nel pieno di una devastante e violenta crisi economica, scelte coraggiose, nette, decise, che diano loro certezze e sostegno. Il Partito Democratico non ci sembra abbia risposto in maniera adeguata e coerente.

Il sindaco di Cupello ha riproposto nel suo Comune una piattaforma per la gestione di tutti i rifiuti del Centro-Sud. Questo dopo aver volutamente fatto esprimere per ben due volte un parere favorevole quasi all'unanimità al Consiglio Comunale riguardo la possibilità di un inceneritore a Valle Cena. Sono anni che prova ad utilizzare l'immondizia come volano per lo sviluppo economico di questo paese, nel mentre consegna i carciofini doc di Cupello al Papa (coltivati nei pressi di Valle Cena) e nel mentre in Campania si sta svolgendo una tragica rivolta popolare per la questione della Terra dei Fuochi, connessa con un innalzamento eclatante dei tassi di malattie tumorali (un vero e proprio biocidio per tutta la Regione). Inoltre, i cittadini devono sapere che per un impianto di incenerimento non sono necessari,mediamente, più di 7 operai e qualche tecnico specializzato. Ci sembra evidente che la sua proposta, spesso presentata con termini equivoci e fantasiosi come “polo ecologico integrato” (che può voler dire tutto o nulla), non sia altro che una pura speculazione politica ed elettoralistica. In ultimo, noi riteniamo doveroso, vista l'importanza dell'argomento,che tocca la sensibilità del paese e dei cittadini tutti, porre a referendum questa proposta, dopo una seria discussione pubblica, aperta, condivisa, nel rispetto della volontà popolare e dei principi democratici. In quattro anni di governo regionale a guida PDL abbiamo assistito a inchieste della magistratura e crisi continue di un sistema apparso spesso ai limiti del collasso (due province su quattro ad oggi non hanno impianti!). Il PD, candidandosi alla guida della Regione dopo le prossime elezioni, cosa propone? Vuol forse tornare ai “4 inceneritori” di Del Turco?

E in tutta questa passerella, i lavoratori e le lavoratrici della Val Sinello, sono rimasti sullo sfondo. Senza proposte, senza prospettive, senza futuro…



Maria Perrone Capano, Segretaria Circolo PRC “Sante Petrocelli” Vasto
Marilisa Spalatino, Segretaria Circolo PRC Cupello
Andrea Rosario Natale, Assessore all’Ambiente Comune di Fossacesia, PRC