ATTACCO DEL GOVERNO AL PARCO DELLA COSTA TEATINA

Lo scorso 11 settembre il Senato ha approvato la dichiarazione d’urgenza per l’approvazione di un disegno di legge che mira a riformare la Legge Nazionale sulle Aree Protette. L'incompatibilità degli impianti con il territorio non determinerà il divieto all'installazione, ma un pagamento che autorizza ad inquinare.

GOLDEN LADY, ESPOSTO DI RIFONDAZIONE COMUNISTA

Sulla vertenza Golden Lady rimangono poi aperte una serie di questioni poco chiare. Per questo come Rifondazione Comunista ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Vasto, affinché possano essere accertate eventuali responsabilità penali nei fatti riguardanti la vertenza Golden Lady.

DISCARICA DI BUSSI: LE ISTITUZIONI SAPEVANO

Abruzzo. 1972, l’assessore del Comune di Pescara bacchetta la Montedison per l’inquinamento. Lo sconvolgente documento pubblico che prova che l’inquinamento di Bussi era noto da sempre.

Le info sulla TARES che ti occorrono

19 OTTOBRE - SOLLEVAZIONE GENERALE: ASSEDIO ALL'AUSTERITY. *** PULLMAN DA VASTO-LANCIANO-CHIETI ***

Il 19 ottobre saremo Roma per una giornata di lotta aperta, che si generalizzi incrociando i percorsi, mettendo fianco a fianco giovani precari ed esodati, sfrattati, occupanti, senza casa e migranti, studenti e rifugiati, no tav e cassintegrati, chiunque si batte per affermare i propri diritti e per la difesa dei territori.
Una giornata di mobilitazione generale per cominciare a costruire insieme la nostra unica grande opera: reddito, casa e dignità!

INFO PULLMAN
- DA VASTO: 3470109855 - 3498186158
- DA LANCIANO: 3346976123
- DA CHIETI: 3316821388




L'APPELLO

#19O - Sollevazione generale. Una sola grande opera: casa e reddito per tutti!






#19O E SE CI SOLLEVASSIMO???
Migliaia e migliaia di metri quadri sfitti, palazzinari e speculatori che ingrassano intascando denaro col business del cemento, mentre chi non riesce più a pagare l'affitto finisce moroso incolpevole e in mezzo ad una strada. alloggi popolari vuoti e riscaldati con i soldi di tutti, graduatorie ferme, svendita del patrimonio pubblico e occupanti per necessità indicati come i responsabili dell'emergenza abitativa e scaraventati sotto un ponte. tagliano i posti negli studentati (chiaramente quelli che non sono gestiti da chiesa, compagnia delle opere o comunione e liberazione) e 2 ragazzi su 3 vivono in nero e pure a caro prezzo. morosi, occupanti per necessità, giovani fuori di casa...e se si sollevassero? ve lo immaginate?
Ad atene l'università ha appena chiuso i battenti per i tagli. in italia gli atenei e il mondo della formazione sono ridotti in macerie. nessuno ci crede più alla loro barzelletta di un futuro dignitoso raggiungibile grazie ai loro precarifici. spendono 12 miliardi per gli f35, 21 miliardi per gli eurofighter, quando negli ultimi 5 anni hanno tolto 10 miliardi alla scuola.
Disillusi che tra le rovine delle loro torri d'avorio scorgono la possibilità di costruire un'altra prospettiva possibile, giovani ribelli e senza futuro, con tutta la voglia di ri-vendicarselo...e se si sollevassero? ve lo immaginate?
Guerre, bombe, furto di terre e risorse, esportazione di democrazia. milioni di persone in fuga da miseria e sfruttamento. reato di clandestinità. qui in italia puoi essere criminale per qualcosa che sei, non per qualcosa che fai. e provateci voi ad ottenere un documento, un permesso, a sfidare una burocrazia razzista che riflette le politiche e le facili demagogie che portano ad episodi come l'omicidio di modou e mor, o come l'assassinio di abba, al grido di "sporco negro ti ammaziamo!".
Clandestini, rifugiati, migranti con una gran voglia di riscatto. generazioni meticce che crescono insieme, per nulla disposte ad accettare rigurgiti razzisti, neofascisti, le strategie di desolidarizzazione...e se si sollevassero? ve lo immaginate?
Frenesia schizofrenica, in grado di mandare chiunque fuori di testa. ore e ore di lavoro e di straordinari non pagati...e perchè, si può scegliere? il contratto è flessibile! e tra l'altro dall'alto dei loro posti intoccabili baroni e strateghi neoliberisti lo teorizzano pure che un pò di paura, di angoscia perenne di perdere pure quella miseria che ti danno, non può far altro che incoraggiare la produttività.
Precari, centralinisti, co.co.pro., stagisti "a buono pasto" con la voglia di garantirsi la sicurezza di una vita degna fuori dalle loro logiche di mercato...e se si sollevassero? ve lo immaginate?
Spazi di socialità, autodeterminazione, alternativa culturale costantemente sotto attacco. imponenti operazioni mediatiche e giudiziarie costituiscono la loro strategia di "gestione del dissenso" a fronte di una situazione che gli sfugge sempre più di mano col proseguire di crisi e austerity, con le persone che non ce la fanno proprio più a sopportarle. writers e artisti di strada condannati per "associazione a delinquere", no tav chiamati terroristi, addirittura i cassaintegrati sono "violenti", per non parlare degli studenti..
Comunità e territori in lotta, esperienze di resistenza, di costruzione di un mondo diverso e possibile...e se si sollevassero? ve lo immaginate?
E chi manca? quanti altri non vogliono più tollerarlo il giogo che ci viene imposto dai signori del neoliberismo che non si fanno mancare nulla di nulla seduti in poltrona? quanti altri non ci credono più alle loro favole?
E poi in fondo siamo tutti studenti e pure precari, tutti quanti abbiamo bisogni di abitare, di non vivere in quartieri e territori devastati da cemento e grandi opere. tutti quanti cresciamo meticci e abbiamo voglia di metterci in gioco per riscattare insieme un presente e un futuro di felicità, senza miseria e liberi dalle logiche del loro sistema.
Ese ci sollevassimo?


APPELLO DI ABITARE NELLA CRISI
[ENG VERSION] Ogni giorno, migliaia di persone lottano in questo paese. Per arrivare a fine mese, difendere il diritto ad un tetto, affermare la propria dignità, difendere territori e beni comuni da devastazioni e saccheggi. Si tratta, il più delle volte, di percorsi separati che non riescono a tradursi in un discorso generale. Intendiamo rovesciare l'isolamento delle singole lotte e la precarietà delle nostre esistenze, per dare vita a una giornata di lotta che rilanci un autunno di conflitto nel nostro paese, contro l'austerity e la precarietà impostaci dall'alto da una governance europea e mondiale sempre più asservita agli interessi feroci della finanza, delle banche, dei potenti.
Il 19 ottobre vogliamo dare vita ad una sollevazione generale.
Una giornata di lotta aperta, che si generalizzi incrociando i percorsi, mettendo fianco a fianco giovani precari ed esodati, sfrattati, occupanti, senza casa e migranti, studenti e rifugiati, no tav e cassintegrati, chiunque si batte per affermare i propri diritti e per la difesa dei territori. Uniti contro le prospettive di impoverimento e sfruttamento imbastite dalla troika e dall'obbedienza di un governo tecnico che, tra decreti del "Fare" e "Service Tax", favorisce i ricchi per togliere ancora di più ai poveri: barattando l'Imu con nuovi tagli alla spesa ed una nuova aggressione al diritto alla casa e all'abitare; favorendo la speculazione edilizia, il consumo di suolo e i processi di valorizzazione utili alla rendita, mentre vi sono centinaia di migliaia di case sfitte; delegando i servizi e il welfare ad una governance locale che, per far quadrare i conti aumenterà le tasse e produrrà ancora tagli e privatizzazioni. Tutto questo mentre preparano una nuova guerra "umanitaria" dalle conseguenze incalcolabili.
Contro questo orizzonte di miseria, intendiamo costruire una grande manifestazione di massa che ponga con forza la questione del reddito e del diritto all'abitare, per questo vogliamo l'immediato blocco degli sfratti, il recupero del patrimonio pubblico e la tutela della ricchezza collettiva e comune, anche per combattere la precarietà e la precarizzazione generale delle condizioni di vita e del lavoro che ci stanno sempre più imponendo.
La manifestazione del 19 ottobre giungerà al culmine di una settimana di mobilitazioni, dentro e fuori il paese: il 12 ottobre, con una giornata di lotta a difesa dei territori, contro le privatizzazione dei servizi pubblici e la distruzione dei beni comuni e mobilitazioni diffuseper il diritto all'abitare; il 15, con azione dislocate nelle città per uno sciopero sociale indetto dall'agenda dei movimenti trans-nazionali; il 18 con una manifestazione congiunta dei sindacati di base e conflittuali.
Vogliamo rovesciare il ricatto della precarietà e dell'austerity in processo di riappropriazione collettiva. Per rilanciare un movimento che affermi l'unica grande opera che ci interessa: casa, reddito e dignità per tutt*!
#19O E SE CI SOLLEVASSIMO???
Migliaia e migliaia di metri quadri sfitti, palazzinari e speculatori che ingrassano intascando denaro col business del cemento, mentre chi non riesce più a pagare l'affitto finisce moroso incolpevole e in mezzo ad una strada. alloggi popolari vuoti e riscaldati con i soldi di tutti, graduatorie ferme, svendita del patrimonio pubblico e occupanti per necessità indicati come i responsabili dell'emergenza abitativa e scaraventati sotto un ponte. tagliano i posti negli studentati (chiaramente quelli che non sono gestiti da chiesa, compagnia delle opere o comunione e liberazione) e 2 ragazzi su 3 vivono in nero e pure a caro prezzo. morosi, occupanti per necessità, giovani fuori di casa...e se si sollevassero? ve lo immaginate?
Ad atene l'università ha appena chiuso i battenti per i tagli. in italia gli atenei e il mondo della formazione sono ridotti in macerie. nessuno ci crede più alla loro barzelletta di un futuro dignitoso raggiungibile grazie ai loro precarifici. spendono 12 miliardi per gli f35, 21 miliardi per gli eurofighter, quando negli ultimi 5 anni hanno tolto 10 miliardi alla scuola.
Disillusi che tra le rovine delle loro torri d'avorio scorgono la possibilità di costruire un'altra prospettiva possibile, giovani ribelli e senza futuro, con tutta la voglia di ri-vendicarselo...e se si sollevassero? ve lo immaginate?
Guerre, bombe, furto di terre e risorse, esportazione di democrazia. milioni di persone in fuga da miseria e sfruttamento. reato di clandestinità. qui in italia puoi essere criminale per qualcosa che sei, non per qualcosa che fai. e provateci voi ad ottenere un documento, un permesso, a sfidare una burocrazia razzista che riflette le politiche e le facili demagogie che portano ad episodi come l'omicidio di modou e mor, o come l'assassinio di abba, al grido di "sporco negro ti ammaziamo!".
Clandestini, rifugiati, migranti con una gran voglia di riscatto. generazioni meticce che crescono insieme, per nulla disposte ad accettare rigurgiti razzisti, neofascisti, le strategie di desolidarizzazione...e se si sollevassero? ve lo immaginate?
Frenesia schizofrenica, in grado di mandare chiunque fuori di testa. ore e ore di lavoro e di straordinari non pagati...e perchè, si può scegliere? il contratto è flessibile! e tra l'altro dall'alto dei loro posti intoccabili baroni e strateghi neoliberisti lo teorizzano pure che un pò di paura, di angoscia perenne di perdere pure quella miseria che ti danno, non può far altro che incoraggiare la produttività.
Precari, centralinisti, co.co.pro., stagisti "a buono pasto" con la voglia di garantirsi la sicurezza di una vita degna fuori dalle loro logiche di mercato...e se si sollevassero? ve lo immaginate?
Spazi di socialità, autodeterminazione, alternativa culturale costantemente sotto attacco. imponenti operazioni mediatiche e giudiziarie costituiscono la loro strategia di "gestione del dissenso" a fronte di una situazione che gli sfugge sempre più di mano col proseguire di crisi e austerity, con le persone che non ce la fanno proprio più a sopportarle. writers e artisti di strada condannati per "associazione a delinquere", no tav chiamati terroristi, addirittura i cassaintegrati sono "violenti", per non parlare degli studenti..
Comunità e territori in lotta, esperienze di resistenza, di costruzione di un mondo diverso e possibile...e se si sollevassero? ve lo immaginate?
E chi manca? quanti altri non vogliono più tollerarlo il giogo che ci viene imposto dai signori del neoliberismo che non si fanno mancare nulla di nulla seduti in poltrona? quanti altri non ci credono più alle loro favole?
E poi in fondo siamo tutti studenti e pure precari, tutti quanti abbiamo bisogni di abitare, di non vivere in quartieri e territori devastati da cemento e grandi opere. tutti quanti cresciamo meticci e abbiamo voglia di metterci in gioco per riscattare insieme un presente e un futuro di felicità, senza miseria e liberi dalle logiche del loro sistema.
E se ci sollevassimo?
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TARES E BRUTTE FIGURE DI UN AVVIO DI CAMPAGNA ELETTORALE

La segretaria del circolo Prc di Vasto, Maria Perrone Capano replica ad una recente nota di Eliana Menna, consigliera provinciale dell'Idv, che sulla Tares a Vasto è caduta in tre figuracce con un solo comunicato (QUI il comunicato di Eliana Menna).



A chiunque voglia sapere quando un soggetto politico che ha poco da dire ha avviato la sua campagna elettorale, basta notare quando questo dà avvio a comunicati senza senso. Abbiamo così potuto constatare che la consigliera provinciale dell’Idv, Eliana Menna ha avviato la sua personale campagna elettorale. Non è ben chiaro in quale ruolo intervenga sulla questione Tares a Vasto. E a dire il vero, pure il fatto che l’oggetto della sua ultima nota sia il Prc di Vasto è solo intuibile, visto che la consigliera dice la sua per sottintesi, senza mai citare il Prc.
Noi, che non cerchiamo una gratificazione nella retorica ma perseguendo una pratica politica utile alla cittadinanza, ci vediamo costretti a far notare che la consigliera provinciale Eliana Menna ha perso un’occasione per evitare figuracce.

In merito alla Tares, l’accusa che Eliana Menna ci rivolge è quella di non dare le dovute responsabilità (che non è sinonimo di colpa) al Comune di Vasto. Probabilmente la consigliera dell’Idv non ha letto né il volantino che abbiamo distribuito lo scorso sabato, né la nostra nota stampa dello stesso giorno. In entrambi i casi, infatti, abbiamo chiamato in causa il Comune di Vasto in maniera netta: sia sollecitando una modulazione delle tariffe per rendere la Tares la meno iniqua possibile (e su questo punto abbiamo avanzato proposte nei luoghi preposti, ma questo la consigliera Menna non lo sa), sia affermando la necessità, secondo noi, che il Comune si unisca alla protesta contro la Tares già avviata da altri Comuni italiani. Evidentemente informata male, Eliana Menna ci sollecita perciò a fare ciò che già stiamo facendo.
E così, anche il supposto paradosso evidenziato da Eliana Menna, secondo la quale saremmo un partito che sta in amministrazione ma non si prende la responsabilità delle scelte politiche, cade miseramente nel vuoto. Cadendo così, la Menna, nella sua seconda figuraccia.

Ad un’altra brutta figura la consigliera Menna si espone (e fanno tre in un solo comunicato, francamente troppe per chiunque!) quando ci sollecita a trovare "delle voci di bilancio con cui compensare il sicuro (ormai da tempo) aumento del tributo comunale". Occorre far notare alla consigliera Menna (chi invece ha letto il nostro comunicato ed il nostro volantino già lo sa), che la Tares, pur essendo un tributo comunale, è stato imposto dal governo Monti e confermato da quello Letta. Ed il governo ha imposto ai Comuni che con la Tares si copra il 100% del costo del servizio di smaltimento rifiuti ed altri servizi cosiddetti ‘indivisibili’, quali illuminazione pubblica e manutenzione delle strade. In altre parole, i cittadini dovranno pagare completamente quei servizi ed il Comune non può trovare soldi da altre voci di bilancio. È per questo che la soluzione che la consigliera Menna ci consiglia non è praticabile. Le uniche strade percorribili sono le due già menzionate e da noi proposte: modulazione delle tariffe più equa possibile e ribellione del Comune contro la Tares.

Tutto il resto è retorica buona per avere un’attenzione mediatica, utile solo ad avviare una campagna elettorale con un po’ di anticipo. A patto di non spararle grosse.


Maria Perrone Capano
Segretaria circolo PRC di Vasto "Sante Petrocelli"



PRC: SULLA TARES, IL COMUNE DI VASTO SI UNISCA ALLA PROTESTA

La Tares è la nuova tassa voluta dal governo monti e confermata da quello Letta, con il forte sostegno di PD, PDL e monitiani, che graverà innanzitutto sulle spalle dei cittadini e dei commercianti, già in gravi difficoltà economiche e causa della crisi.

Obiettivo della TARES è quello di coprire il 100% del costo del servizio sostenuto dai comuni per la raccolta e smaltimento dei rifiuti e i “servizi indivisibili” forniti dal Comune come illuminazione pubblica, manutenzione strade, polizia locale, aree verdi. Questa disposizione è alla base del netto aggravio economico sui contribuenti: TARSU e TIA coprivano mediamente il 79% dei costi, arrivando solo in rari casi a raggiungere picchi del 91% e i “servizi indivisibili” non venivano sostenuti con la TARSU e la TIA. In tempi di tagli delle risorse finanziarie trasferite agli Enti Locali sempre più drastici, il Governo Monti ha praticamente costretto i Comuni ha tartassare in maniera sempre più pesante i e le contribuenti.

La Cgia di Mestre ha calcolato che su un negozio di 70 mq, un commerciante pagherà 98 euro in più (quasi il 20% in più); un cittadino con una casa di circa 100 mq subirà un aumento di 73 euro (pari a circa il 30% in più). Un normale cittadino, con meno di 50 euro potrebbe fare una spesa completa. Ed invece quei 50 euro non gli basteranno per pagare gli aumenti dovuti alla Tares.

È evidente che ai governi di larghe intese, come quelli Monti e Letta, non interessa niente di famiglie o di commercianti. Loro fanno gli interessi delle banche, alle quali, guarda caso, hanno applicato per la Tares le aliquote più basse.
Noi proponiamo di tassare i patrimoni al di sopra di un milione di euro, con i quali si possono recuperare oltre 20 miliardi di euro, a fronte degli 8 miliardi che il governo vuole racimolare spillando soldi a cittadini ed esercenti.

A livello locale, riteniamo assolutamente indispensabile che il Comune intervenga modulando le tariffe in modo che il peso della Tares non gravi sui cittadini meno abbienti e sugli esercenti. Non solo. Visto che il governo sta imponendo ai Comuni di fare gli aguzzini per suo conto contro i cittadini, imponendo questa tassa iniqua, riteniamo che il Comune di Vasto debba ribellarsi alla Tares, come hanno già fatto altri Comuni italiani.

Maria Perrone Capano
Segretaria circolo PRC di Vasto “Sante Petrocelli”

COSA E' LA TARES

di Alessio Di Florio
TARES. Questa sigla da ormai quasi due anni è entrata nella quotidianità degli italiani e delle italiane. Ne sentiamo parlare in televisione, la leggiamo sui giornali, ne siamo tutti preoccupati perché appare come un nuovo balzello che vessa i e le contribuenti già stremati dalla crisi. Ma nella giungla delle imposizioni fiscali che vanno e vengono, nel caos politico degli ultimi mesi, nei titoli gridati dai giornalisti, districarsi appare praticamente impossibile. Sarebbe nostro diritto comprendere cos’è, come inciderà sui nostri redditi. Nelle prossime righe si tenterà di dare alcune informazioni tecniche e lineari su questa imposta, che avrà ancora pochi mesi di vita (verrà sostituita già all’inizio del 2014) ma comunque sufficienti per forti apprensioni per la sostenibilità sui nostri redditi. La TARES è stata introdotta dal Decreto Legge 6 dicembre 2011 n. 206 (cosiddetto "decreto salva Italia" del Governo guidato da Mario Monti e sostenuto da PD, PDL e UDC ) e convertita con Legge 22 dicembre 2011 n. 214 dal Parlamento. In vigore dal 1° Gennaio 2013, ha sostituito le precedenti imposizioni fiscali in tema di raccolta e smaltimento rifiuti, ovvero la TARSU e la TIA (mai realmente applicata in quasi tutti i Comuni Italiani). La TARES è un'imposta basata principalmente sulla superficie dell'immobile di riferimento (l’80% della rendita catastale dell’immobile per le abitazioni private), il numero dei residenti, l'uso, la produzione media dei rifiuti (lì dove non è possibile avere una stima precisa si fa riferimento al Decreto del Presidente della Repubblica n. 158 del 1999 che impone l’applicazione di un sistema presuntivo prendendo a riferimento la produzione media comunale procapite). Obiettivo della TARES è quello di coprire il 100% del costo del servizio sostenuto dai comuni per la raccolta e smaltimento dei rifiuti e i “servizi indivisibili” forniti dal Comune, come illuminazione pubblica, manutenzione strade, polizia locale, aree verdi. Questa disposizione è alla base del netto aggravio economico sui contribuenti: TARSU e TIA coprivano mediamente il 79% dei costi, arrivando solo in rari casi a raggiungere picchi del 91%, e i “servizi indivisibili” non venivano sostenuti con la TARSU e la TIA. In tempi di tagli delle risorse finanziarie trasferite agli Enti Locali sempre più drastici, il Governo Monti ha praticamente costretto i Comuni a tartassare in maniera sempre più pesante i e le contribuenti. Sono anni che sentiamo ripetere, a cadenze quasi periodiche, frasi del tipo “questo ce lo chiede l’Europa”, “l’Europa ce lo impone” e simili. Lo abbiamo sentito per la demolizione dell’articolo 18, lo abbiamo sentito quando ci volevano imporre la privatizzazione dell’acqua (e infatti mentre in Italia accusavano i promotori dei referendum, poi tenutisi due anni fa, di voler costringere il Paese ad andare contro l’Europa, Parigi stava ripubblicizzando), lo abbiamo sentito per il pareggio di bilancio in Costituzione e in tanti altri casi. Ogni qualvolta l’Europa imponeva (o, così volevano farci credere…) sacrifici “lacrime e sangue” ai cittadini e alle cittadine, o di demolire i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, i nostri Governi hanno obbedito come soldatini sull’attenti. Ma l’Europa ha anche un’avanzatissima legislazione in tema ambientale. Moltissime minacce ambientali come centrali a biomasse o altre industrie inquinanti lì dove è stato possibile fermarle, è stato grazie a strumenti e normative fornite dall’Europa. Normative che interessano anche il campo della gestione del ciclo dei rifiuti. La Direttiva Europea 98/2008 stabilisce che “la priorità principale della gestione dei rifiuti dovrebbe essere la prevenzione ed il riutilizzo e il riciclaggio di materiali” individuando in quest’ottica anche ben precise percentuali di raccolta differenziata da raggiungere. Ma sulle tematiche ambientali, e la gestione dei rifiuti tra queste, il soldatino Italia è sempre stato improvvisamente disobbediente. Si contano a decine le procedure d’infrazione aperte o già concluse con costosissime multe. La storia dell’imposizione fiscale in tema di raccolta e smaltimento rifiuti, fino all’avvento della TARES (con la prossima ventura tassa nulla cambierà), sembrava andare controcorrente rispetto a tantissimi altri ritardi in tema ambientale dell’Italia. Il d.lgs 507 del 5 novembre 1993 introdusse la TARSU, che si calcolava sulla superficie dei locali. Nell'ottica di una maggiore efficienza ed equità del servizio, per favorire una corretta e virtuosa gestione dei rifiuti (e quindi anche incremento della raccolta differenziata) il d.lgs n. 22 del 5 febbraio 1997 sostituì la TARSU con la TIA(Tariffa di igiene ambientale). Il passaggio alla tariffa avrebbe dovuto consentire la realizzazione di un sistema nel quale il cittadino avrebbe pagato l'esatto servizio di cui usufruiva (e quindi pagare per i soli rifiuti prodotti). Un'innovazione che aveva praticamente anticipato la Direttiva 98/2008. Ma l’incanto è durato pochissimo e la realtà successiva si è rilevata molto più lacunosa. Il passaggio alla TIA non è avvenuto nella quasi totalità dei Comuni. L’introduzione da parte del Governo Monti della TARES ha disinnescato qualsiasi meccanismo incentivante alla raccolta differenziata e di equità contributiva, tornando indietro dalla tariffa sull’effettiva quantità di rifiuti prodotti ad una tassa basata su vari parametri, come abbiamo già visto all’inizio.

IL 12 OTTOBRE TUTTI IN PIAZZA PER LA DEMOCRAZIA E IL LAVORO

PULLMAN FIOM-RIFONDAZIONE COMUNISTA DA
VASTO-LANCIANO-CHIETI.

PER INFO 349 81 86 158


Il 12 ottobre vi invitiamo a partecipare alla manifestazione nazionale che si terrà a Roma per la difesa e l’attuazione della Costituzione, per il lavoro, convocata attraverso l’appello “La via maestra”.

I governi Berlusconi, Monti e Letta in nome dell’austerità hanno aumentato le tasse, tagliato il welfare, distrutto i diritti. Queste politiche sono la causa principale della crisi italiana, della disoccupazione di massa e della precarietà. I governi italiani invece di fare gli interessi del popolo italiano hanno fatto gli interessi dei ricchi, hanno vergognosamente obbedito agli ordini della Merkel e firmato trattati europei, come il Fiscal Compact, che strozzeranno ancora di più l’economia Italiana.

Queste politiche, fatte insieme da centro destra e centro sinistra, sono fallite.Rifondazione Comunista lavora per questo.Queste politiche, fatte insieme da centro destra e centro sinistra, sono fallite.Queste politiche, fatte insieme da centro destra e centro sinistra, sono fallite.Rifondazione Comunista lavora per questo.


Noi proponiamo una politica opposta: i soldi vanno presi dalle tasche di chi li ha. Occorre fare una patrimoniale sulle grandi ricchezze, mettere un tetto alle pensioni e agli stipendi d’oro (a partire dai parlamentari), smetterla con le spese inutili e dannose come l’acquisto dei cacciabombardieri e la TAV in Val di Susa. Questi soldi vanno usati per aumentare gli stipendi e le pensioni basse, per fare un reddito minimo per i disoccupati e un Piano per il lavoro.
Per uscire dalla crisi bisogna ridistribuire la ricchezza, ridistribuire il lavoro riducendo l’orario di lavoro e ridistribuire il potere.
Per realizzare questi obiettivi serve una sinistra unita, alternativa al centro destra e al centro sinistra che in questi anni hanno governato insieme e fatto solo danni.
Per realizzare questi obiettivi occorre costruire un movimento di massa – come negli altri paesi europei – contro le politiche di austerità e il tentativo di stravolgere la Costituzione.
Per questo oltre al 12, saremo in piazza anche il 18 e il 19 ottobre, con il sindacalismo di base e con i Comitati di lotta.Il 12 ottobre vi invitiamo a partecipare alla manifestazione nazionale che si terrà a Roma per la difesa e l’attuazione della Costituzione, per il lavoro, convocata attraverso l’appello “La via maestra”.
I governi Berlusconi, Monti e Letta in nome dell’austerità hanno aumentato le tasse, tagliato il welfare, distrutto i diritti. Queste politiche sono la causa principale della crisi italiana, della disoccupazione di massa e della precarietà. I governi italiani invece di fare gli interessi del popolo italiano hanno fatto gli interessi dei ricchi, hanno vergognosamente obbedito agli ordini della Merkel e firmato trattati europei, come il Fiscal Compact, che strozzeranno ancora di più l’economia Italiana.
Noi proponiamo una politica opposta: i soldi vanno presi dalle tasche di chi li ha. Occorre fare una patrimoniale sulle grandi ricchezze, mettere un tetto alle pensioni e agli stipendi d’oro (a partire dai parlamentari), smetterla con le spese inutili e dannose come l’acquisto dei cacciabombardieri e la TAV in Val di Susa. Questi soldi vanno usati per aumentare gli stipendi e le pensioni basse, per fare un reddito minimo per i disoccupati e un Piano per il lavoro.
Per uscire dalla crisi bisogna ridistribuire la ricchezza, ridistribuire il lavoro riducendo l’orario di lavoro e ridistribuire il potere.
Per realizzare questi obiettivi serve una sinistra unita, alternativa al centro destra e al centro sinistra che in questi anni hanno governato insieme e fatto solo danni.
Per realizzare questi obiettivi occorre costruire un movimento di massa – come negli altri paesi europei – contro le politiche di austerità e il tentativo di stravolgere la Costituzione.
Per questo oltre al 12, saremo in piazza anche il 18 e il 19 ottobre, con il sindacalismo di base e con i Comitati di lotta.

"ERGO-UAS. LA METRICA DEL LAVORO CHE FA MALE". IL PRC ABRUZZO PUBBLICA UN OPUSCOLO

da rifondazioneabruzzo.org

Il Partito della Rifondazione Comunista Abruzzo ha realizzato un opuscolo "per spiegare in maniera semplice ma esaustiva, cos’è il sistema Ergo-UAS, quali sono i rischi per la salute delle lavoratrici e dei lavoratori e cosa ci guadagna FIAT nell’applicarlo."
L'opuscolo ha un titolo significativo, Ergo-UAS. La metrica del lavoro che fa male. Come viene spiegato nell'itroduzione dell'opuscolo del PRC Abruzzo, "finora sul tema sono state fatte varie pubblicazioni, di studio o divulgative, anche pregevoli, ma nessuna di queste finora è stata rivolta in maniera specifica alle lavoratrici ed ai lavoratori, cioè coloro che subiranno gli effetti di questa nuova metrica del lavoro."

L'Ergo-UAS, si spiega in premessa, "non può essere considerato semplicemente una metrica per organizzare il lavoro in fabbrica", visto che attraverso questa si potrebbero "aumentare i ritmi di lavoro fino a livelli di stress fisico e psichico dannosi per la salute delle lavoratrici e dei lavoratori."
"In sostanza", si spiega nell'opuscolo "il benessere psico-fisico di chi sta in fabbrica diventa variabile dipendente del profitto aziendale. La vita stessa delle operaie e degli operai è quindi subordinata alla produzione. E l’Abruzzo è coinvolto in maniera diretta e significativa in quel processo di organizzazione del lavoro, totalizzante per le vite delle lavoratrici e dei lavoratori"

L'Ergo-UAS, infatti, è la metrica che Fiat ha adottato per organizzare il lavoro nei suoi stabilimenti. Uno di questi è proprio la Sevel, dove vengono impiegati oltre 6.000 lavoratori.
Rifondazione Comunista Abruzzo, con questo suo lavoro pone attenzione al costante aumento di casi di malattie professionali in Abruzzo, legati all’intensità dei ritmi di lavoro, e l’Ergo-UAS, sottolinea il PRC, "rischia seriamente di contribuire all’ingrossamento di un esercito di lavoratori malati". Una situazione già oggi preoccupante, dal momento che, in Sevel, "di lavoratrici e lavoratori classificati a 'Ridotte Capacità Lavorative' (RCL), e quindi a rischio di espulsione dal ciclo produttivo, se ne contano già a centinaia". 

"Per questo", conclude la premessa dell'opuscolo, "è necessario comprendere l’Ergo-UAS e contrastarlo, per affermare con forza che la salute ed i diritti non sono in vendita."


CLICCA QUI per leggere, scaricare, stampare e condividere l'opuscolo.